Produzione Kairós 2005
in co-produzione con Fabbrica Lumière
Vortice – Teatro Fondamenta Nuove
con il sostegno di Comune di Venezia – Assessorato alla Cultura
Scritto e diretto
Alberta Toninato
Coreografie
Silvia Salvagno
Con
Vanni Carpenedo, Silvia Salvagno, Beppe Casales, Nicola Taroni, Giovanna Boscarino, Alberta Toninato
Progetto scenico e luci
Federica Preto
Elaborazioni video e fonica
Stefano Viero
Fotografie
Giovanni Tomassetti
Organizzazione
Elena Bergamaschi e Isabella Moro
Note di regia
Nin, il nostro protagonista, è un puro.
Un bambino proiettato nel mondo degli adulti.
Un uomo che non ha mai smesso di essere bambino.
Una sorta di Arlecchino contemporaneo che della maschera mantiene solo gli aspetti più giocosi e naif, senza scaltrezza, senza volontà di gabbare gli altri. Nin è un buono. Troppo buono. Il bene è “imbecille”, come scrive Paolo Rumiz nel libro Maschere per un massacro.Storia di Nin nasce dall’esigenza di affrontare il tema della purezza e di come la presenza di questa componente – rara negli umani – spesso crei disagio, imbarazzo, inquietudine in una società dove la furbizia è considerata una qualità indispensabile per stare al mondo.
Nasce dall’urgenza di proporre una riflessione sull’emarginazione, sulla povertà, sul malcontento sociale che genera la spinta al cambiamento. Di raccontare lo scontro tra il desiderio di migliorare la propria condizione, da parte di chi sta peggio, e la forza, la violenza del potere, la volontà di mantenere le cose come stanno, da parte di chi ha trovato il proprio ruolo e i propri privilegi nel sistema.
Storia di Nin è un viaggio di iniziazione, di scoperta, di conoscenza. É l’incontro tra Nin e gli sconfitti della Storia, il “Popolo degli Scontenti”, alle prese con l’organizzazione di un movimento rivoluzionario che Nin stenterà a riconoscere e a cui dovrà scegliere se unirsi o meno. É una storia in bilico tra drammatico e grottesco, tra fiaba e attualità, in cui si intrecciano la dimensione del sogno e quella della realtà, quella della vita e quella della morte. Dove lo spettatore, come Nin, può perdersi oppure cercare un suo percorso di significati.
É una storia che, proprio come i suoi protagonisti, prende forza dalla necessità di credere che un mondo migliore è possibile anche “fra dieci, cento, mille anni… coi tempi del bradipo”.
Alberta Toninato
“Per chi ha conosciuto l’autrice e attrice veneziana nei precedenti allestimenti – il premiato “La voce di chi resta” che l’ha fatta apprezzare in campo nazionale, e il toccante “Terre di nessuno” requiem dall’amaro sorriso per una Venezia che ha perduto o forse svenduto la propria anima – “Storia di Nin” è qualcosa di assolutamente nuovo. Più complesso è l’impianto: Toninato è qui soprattutto autrice e regista; come attrice ritaglia per sé dei ruoli nei quali si ritrova l’inconfondibile traccia (e brilla fra tutti il cameo della vecchia “Rosa la pazza”, che come tutti i pazzi dice con leggerezza corrosive verità).”
Anna Sandri, La Nuova Venezia, marzo 2006
“Storia di Nin spettacolo-rivelazione della giovane regista Alberta Toninato, ha ultimato la rassegna “Veneto d’attore” del teatro Villa dei Leoni. […]
Lo spettacolo è un mix originale e spiritoso di molti stereotipi, a partire dal protagonista, Nin, un perfetto Arlecchino contemporaneo, che quando si muove ricorda uno Charlot veneziano […] Storia di Nin mantiene una sua coerenza e una sua forza viva, resa grazie all’ironia del testo, alla bravura a volte sorprendente dei giovani attori, all’utilizzo intelligente degli inserti video e ai passi di danza pieni di significato di Marì (Silvia Salvagno). È uno spettacolo vivace, divertente, puro.”
Elena Casadoro, Nonsolocinema – rivista online, marzo 2006